Quando iniziare lo svezzamento? Ci sono dei segnali da osservare nel bambino per capire che è pronto?
Nell’ultimo articolo abbiamo parlato insieme di una tappa importante nella crescita dei nostri bambini, quello che comunemente ed erroneamente chiamiamo “svezzamento”, meglio definito “alimentazione complementare”, proprio perché il cibo per i primi mesi sarà solo un in più al latte che rimarrà l’alimento predominante almeno per il primo anno di vita. In questo articolo parliamo invece di un tema importante sul quale c’è ancora troppa confusione e discordanza di pareri: il momento in cui iniziare l’alimentazione complementare. Ci tengo a sottolineare che ciò che riporto non è frutto di un pensiero soggettivo, ma è ciò che indicano le linee guida delle istituzioni che si occupano dell’ambito pediatrico.
QUANDO INIZIARE?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce di proseguire l’allattamento materno (o in alternativa formulato) in maniera esclusiva fino al sesto mese. Il latte dovrebbe quindi essere l’unico alimento offerto al bambino fino ai 6 mesi. È circa da quel momento che si inizierà l'inserimento degli alimenti solidi, dove per solidi si intende qualunque alimento diverso dal latte, che siano pappe o pezzi di cibo.
PERCHÉ ASPETTARE I 6 MESI?
Ovviamente non c'è una scadenza precisa, può essere qualche giorno prima (o settimana) o anche dopo. Spesso i bambini ci sembrano interessati anche molto prima, ma ciò è dovuto al semplice fatto che sono curiosi di quello che fanno i genitori e perché sono in una fase in cui amano mettere tutto in bocca per cui sono attratti più dalla gestualità, dai colori e dalle forme, perché non sanno ancora che il cibo li potrà saziare. Anche per i più curiosi sarebbe importante aspettare e avvicinarsi ai 6 mesi poiché l'intestino non è ancora predisposto, gli enzimi digestivi sono ancora insufficienti e le difese immunitarie non sono adeguate. L'intestino prima dei 6 mesi non è ancora in grado di trattenere tutti i nutrienti, è come se fosse una spugna meno assorbente per intenderci ed è per questo che in questi ultimi decenni di "svezzamento anticipato" si sono dovute creare pappe ad hoc per i bambini con liofilizzati ed omogeneizzati, perché l'organismo del bambino a quell'epoca non è ancora strutturato per accogliere il cibo vero. Il latte è l'alimento perfetto e completo dal punto di vista nutrizionale per le esigenze dei bambini fino al sesto mese e non c’è motivo di sostituirlo con frutta o pappe. Dai 6 mesi in poi invece le scorte di ferro iniziano a scarseggiare ed è fondamentalmente per questo motivo che si iniziano a introdurre i cibi. Ma ovviamente il ferro non viene a mancare così da un giorno all'altro per cui c'è tutto il tempo per fare con calma e seguire i tempi del proprio bambino. Se la mamma non ha sofferto in gravidanza e in allattamento di problemi nutrizionali e se alla nascita il cordone ombelicale del bambino è stato chiuso (clampato) quando questo ha smesso di pulsare, non c’è bisogno di alcuna supplementazione di ferro. In tutti gli altri casi potrebbe essere necessario supplementare il lattante con integratori a base di ferro, piuttosto che proporre un’alimentazione complementare forzata, ma questo sarà il pediatra a definirlo.
QUALI SONO I SEGNALI CHE INDICANO CHE IL BAMBINO È PRONTO?
Nel momento in cui ci si avvicina ai 6 mesi, ci sono 3 fattori che è importante osservare nel bambino per decidere il momento giusto in cui è possibile iniziare:
- deve aver perso il riflesso di estrusione, quello per il quale se gli avvicinate un cucchiaino butta fuori la lingua;
- deve riuscire a stare seduto in posizione eretta;
- deve essere interessato al cibo.
A questi se ne può aggiungere anche un quarto: sa mostrare di avere fame muovendosi verso il cibo o di essere sazio serrando la bocca. Approcciarsi all’alimentazione complementare seguendo questi segnali è il metodo più rispettoso per porre le fondamenta per un buon rapporto col cibo che li accompagnerà tutta la vita. Ogni bambino poi ha certamente i suoi tempi di crescita e sviluppo, osserviamoli e non pretendiamo che corrano: ci sono bimbi più lanciati e altri che ci mettono mesi per fare un piccolo pasto. Diamogli tempo e sosteniamoli con serenità
Articolo scritto da Elena Aprile - visita il suo sito web per maggiori informazioni Dietista Elena Aprile
Mi chiamo Elena, sono una dietista che ha scoperto la passione per la cucina con cui amo trasmettere il concetto importante che gusto e salute possono far parte della stessa tavola. Sono mamma di Emma e Cesare che mi hanno fatto riscoprire la meraviglia di rallentare e il desiderio di ambire alla migliore versione di me stessa. Grazie a loro ho capito che voglio essere la mano che accoglie e accompagna le donne e le mamme a volersi bene, a nutrirsi loro per prime per poi nutrire al meglio a loro volta, dallo svezzamento alla crescita. Mi piace regalare sorrisi e mangiare cioccolato. Per me il cibo è anche profumo di ricordi. Sono molto legata alla tradizione e alle mie radici, ma amo che l’innovazione ci porti verso un nuovo benessere. “Il mio mulino” è la mia casa attuale, ma porta con sé la storia dei miei nonni, la loro cura e dedizione. Seguimi su
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