Se sei un genitore, è probabile che tu sia già entrato in contatto con il concetto di attaccamento: forse l'hai letto online o su un libro che hai acquistato in gravidanza, o magari te ne ha parlato l'amica che con suo figlio ha avuto un allattamento a termine, oppure l'hai letto su un contenuto social che parlava di cosleeping. Ma la teoria dell'attaccamento è molto più di allattamento, cosleeping e cure prossimali: si tratta del legame fisico ed affettivo che si instaura tra te e tuo figlio durante i primi anni di vita.
Cos'è l'attaccamento?
Scientificamente, l’attaccamento si definisce come una propensione naturale e istintiva a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è esposti e vulnerabili ai pericoli ambientali che mettono a rischio l'integrità fisica e, come diretta conseguenza, anche quella emotiva, dei più deboli. La figura centrale nella nascita di questa teoria è stata lo psichiatra e psicoanalista britannico John Bowlby, che nei suoi studi è stato influenzato dall'osservazione di come i mammiferi in natura allevano i loro piccoli: in particolare osservò come, a differenza di tutti i mammiferi terrestri che quando si sentono minacciati cercano un riparo fisico, i primati come scimpanzé e gorilla in situazione di pericolo percepito corrono da un adulto protettivo, in grado di salvarli. Da ciò, Bowlby concluse che gli umani possiedono un atteggiamento naturale identico ai loro cugini primati, perché hanno bisogno dell'adulto per poter sopravvivere. E in effetti, se ci pensi, quale cucciolo di mammifero ha più bisogno di cure per sopravvivere, di un bambino appena nato? È stato in seguito pienamente dimostrato quanto sia essenziale sviluppare il legame di attaccamento sin dalla nascita: il bambino deve poter percepire che i suoi genitori sono al suo fianco letteralmente in ogni momento: questo è uno dei motivi per cui se appoggi nella sua culla il tuo bambino di 3 mesi addormentato, lui si sveglia cercandoti e rilassandosi solo in braccio, se esci dalla stanza e il tuo bambino di 6 mesi ti richiama piangendo, se quando lo lasci tra le braccia di un estraneo a 9 mesi si agita e ti cerca, se a 12 mesi urla verso di te che lo stai lasciano al nido. Il neonato infatti sviluppa dei modelli di comportamento che, come conosce istintivamente e poi affina nel tempo, serviranno a scatenare delle reazioni nell’adulto il più velocemente possibile: ne va della sua sopravvivenza! E lui, lo sa. E' grazie a questa presenza e vicinanza che il tuo bambino è in grado di sviluppare una serie di abilità sociali e competenze emotive che gli serviranno per tutta la vita.
L’attaccamento è quindi un processo che serve al neonato per ricevere risposte e cure ma non solo a livello fisiologico. Il cibo di cui parliamo non è solo il nutrimento del corpo: un bambino ha bisogno anche del nutrimento emotivo e relazionale.
La confusione dei giorni nostri
Oggi però siamo giunti dopo alcuni decenni ad una grande confusione rispetto a quali sono i reali bisogni di un neonato, soprattutto sotto i 2 anni. Viviamo nell'era dell'ansia di educare, in cui ci sentiamo sotto pressione per rendere i nostri bambini il più e prima possibile indipendenti e autonomi. Abbiamo la falsa credenza di dover essere noi ad insegnare loro “come si fa”: a dormire da soli dove e quando vorremmo noi, o ad accettare il distacco abituandoli prima alla separazione con intenzionalità. Ma tutto questo non dipende da noi, o meglio non dipende dal nostro intervento diretto come un allenamento di preparazione alla gara della vita: è nella vicinanza fisica ed emotiva e nel rispetto della fisiologia dei nostri bambini che gli garantiamo quell'attaccamento sicuro che è la base da cui possono partire per esplorare e conoscere il mondo intorno a loro, e alla quale tornare nel momento in cui si sentono in difficoltà o abbia bisogno di rassicurazione.
Se garantiremo questo, a partire dai 2 anni d’età cominceranno a capire che quando la mamma va via, poi tornerà, e che la sua assenza non è definitiva. Cominceranno ad avere fiducia nelle proprie capacità, perché gli è stata data la sicurezza e il tempo di sperimentare e comprendere. Sarà un adulto sicuro e in grado di riconoscere efficacemente le persone a cui potersi legare sentimentalmente in maniera funzionale e positiva, orientandosi verso persone sicure e solide a loro volta, con una buona capacità emotiva. Percepirà un senso personale di competenza, legato all’autostima e al giusto bilanciamento tra autonomia e dipendenza nelle relazioni. Manifesterà sempre un elevato livello di consapevolezza riguardo alla sue relazioni e ai fisiologici e umanissimi momenti di “alti e bassi” della vita, e avrà gli strumenti interiori per affrontarli: auto-proteggendosi così da stress e traumi, attraverso l'esercizio della resilienza. Avrà una sviluppata abilità di autoregolazione, che gli permetterà un efficace controllo degli impulsi e delle emozioni.
Per un bambino, avere un attaccamento sicuro significa sentirsi a proprio agio, protetto e accudito fisicamente ed emotivamente dalla figura di riferimento.
Articolo scritto da Ilaria Oliviero - visita il suo sito web per maggiori informazioni: Ilaria Oliviero
Sono Ilaria, Parent e Life Coach professionista presso A.Co.I e Trainer Mindfulness, esperta in comunicazione efficace in famiglia e intelligenza emotiva. Sono una libera professionista e una mamma da 5 anni, e so cosa significa cercare ogni giorno di essere e dare il massimo, subendo gli imprevisti e uno stato emotivo che non sempre va come si vorrebbe. Ho studiato molto alla ricerca della migliore versione di me come mamma, e ora guido i genitori a fare altrettanto: attraverso percorsi one-to-one di crescita genitoriale e videocorsi, aiuto mamme e papà a rimettere il focus verso i propri sogni e bisogni e verso le proprie emozioni, per riprendere il controllo della propria vita genitoriale e personale e godersi davvero la vita in famiglia. La sfida dei genitori di oggi è riscoprire e potenziare la propria intelligenza emotiva per essere poi leader, rifugio e alleato dei propri figli, durante la tempesta emotiva dell'infanzia. La mia missione è vedere sempre più mamme e papà sereni e in salute, sicuri di sé e delle proprie capacità innate, per restituire tutti insieme al mondo, generazioni di futuri adulti più forti, solidi e felici delle generazioni precedenti. Seguimi su
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