Il tema dell’allattamento è davvero complesso e ricchissimo, nonché soggetto a numerose polemiche e opinioni diverse. Capita che una mamma si senta inadeguata quando non riesce (per necessità o volontà) ad allattare esclusivamente il suo piccolo al seno. Di seguito riportiamo qualche spunto tratto dalle linee guida del Ministero della Salute, con l’obiettivo di iniziare a fare chiarezza.
L’allattamento al seno - Riuscirò ad allattare al seno?
Molte mamme si chiedono comprensibilmente se saranno in grado di allattare i propri figli, se avranno sufficiente latte, se sentiranno dolore nell’allattare al seno. Si tratta di buone domande, che trovano comunque la loro principale e rassicurante risposta nell’appartenenza della specie umana, e quindi della donna, ai mammiferi che hanno sviluppato la capacità di produrre latte per la propria prole ben 220 milioni d’anni fa. I meccanismi preposti alla produzione di latte sono quindi antichi e allo stesso tempo anche ben collaudati.
Come viene regolata la produzione di latte?
A distanza di circa 2-3 giorni dopo la fuoriuscita della placenta scatta la montata lattea, la produzione abbondante di latte, che gradualmente viene a sostituire il prezioso latte dei primi giorni, il colostro. Due sono i principali ormoni coinvolti nell’allattamento al seno che vengono rilasciati dalla mamma a seguito della suzione: la prolattina, che induce gli alveoli a produrre latte, e l’ossitocina, che aiuta a spremere la ghiandola, contraendo il tessuto muscolare attorno agli alveoli. Più spesso e più a lungo il bambino ha occasione di succhiare al seno, maggiore è la produzione di ossitocina e quella di prolattina. Siccome i due ormoni hanno azioni differenti, può capitare che la madre produca latte a sufficienza, ma non riesca a far uscire adeguatamente il latte perché il riflesso di emissione del latte non agisce adeguatamente. Infatti, quando la madre è stressata, provata dal dolore o sfiduciata, il riflesso di emissione è inibito e il latte ha difficoltà, pur essendo normalmente prodotto, a fuoriuscire. Il relax, l’affetto, la sicurezza in sé sono invece condizioni che favoriscono l’azione dell’ossitocina e, quindi, il riflesso d’emissione del latte.
Cosa si intende per allattamento a richiesta?
A seguito della suzione del bambino si attiva il riflesso di produzione di latte per azione della prolattina. Più il bambino succhia, più prolattina è prodotta dal cervello della mamma e più latte viene prodotto. Nei primi giorni il latte materno prodotto a seguito della montata lattea può essere più o meno abbondante, ma la mamma riuscirà ad adeguare la propria produzione secondo le richieste del suo bambino, sempre che questo abbia la possibilità di alimentarsi quando vuole e si attacchi correttamente e quindi efficacemente al seno materno. Una mamma che produce un eccesso di latte, allineerà la propria produzione verso il basso e viceversa una mamma che non produce abbastanza ne può produrre di più, a seconda dell’esigenze del bambino. La maggior parte dei bambini è pienamente in grado, basandosi sulla propria fame, di succhiare più o meno spesso e più o meno a lungo per ogni singola poppata. Questo è appunto il concetto di alimentazione a domanda, la cui comprensione è fondamentale per condurre con successo l’allattamento al seno. Se, infatti, senza stretta necessità, il latte materno viene alternato con altri liquidi come latte artificiale, acqua zuccherata o camomille/tisane, allora il bambino succhierà meno al seno materno e stimolerà meno la ghiandola mammaria della mamma, che finirà per sottostimare la produzione di latte, venendo a produrre effettivamente meno latte.
Quante poppate al giorno?
Orientativamente 8 al giorno, con notevoli variazioni (da un minimo di 5 a un massimo di 12 e, talvolta e transitoriamente, anche più). La maggior parte dei bambini allattati esclusivamente al seno continuano a volere circa 8 poppate al giorno per tutti i primi 6 mesi di vita. Non è vero quindi che riducano spontaneamente col tempo il numero di poppate giornaliere. O forse è più corretto dire che questo effettivamente vale solo per una minoranza di bambini. Può capitare, infatti, che un bambino, che fino a un certo momento aveva seguito uno schema alimentare piuttosto regolare, cominci all’improvviso a volere succhiare più spesso. Questo è un comportamento in realtà positivo, che documenta come il bambino sia in grado di richiedere di più in caso di bisogno.
Perché il latte materno è unico?
Il latte che la mamma produce è un latte unico, inimitabile, specifico per il proprio bambino, con una composizione ideale per le sue esigenze complessive, non solo nutritive. È sempre pronto per l’uso, alla giusta temperatura, igienicamente adeguato. In realtà il latte materno non è solo il risultato di un perfetto equilibrio fra i vari nutrienti, ma è anche ricco di molteplici sostanze ad azione biologica, che sono presenti solo in minima misura nel latte artificiale. Queste sostanze hanno effetti molteplici: aiutano la digestione del bambino, rinforzano il suo sistema immunitario in maniera permanente, maturano il sistema nervoso e gli altri organi, stimolano la produzione del sangue.
Quali i vantaggi dell’allattamento al seno per la madre?
L’allattamento al seno è qualcosa di più che un semplice atto di nutrizione, così le sue implicazioni positive interessano non solo il lattante, ma anche la donna che allatta. Insomma, anche la mamma, che si dedica con affetto alla nutrizione naturale del proprio bambino, gode di un vantaggio in salute, che si esprime innanzitutto nella riduzione del rischio di tumori al seno e alle ovaie. Questo effetto protettivo è maggiore quanto più a lungo la donna ha allattato al seno, anche in gravidanze successive. Inoltre l’apparato scheletrico della madre, che durante il periodo dell’allattamento al seno rilascia calcio per la produzione di latte, viene in qualche misura rinforzato da questa esperienza ed è più pronto, in età senile, a far fronte all’osteoporosi e alle sue complicanze. L’allattamento al seno rappresenta per la donna anche un’opportunità per recuperare più in fretta il peso precedente alla gravidanza, dal momento che per produrre latte spende calorie e grassi. Il fatto che questo atteso calo di peso non si riscontri sempre dipende piuttosto dal cambiamento delle abitudini di vita che segue alla maternità, magari accompagnato da un’alimentazione in eccesso (e non necessaria), piuttosto che da un effetto cosiddetto “ingrassante” proprio dell’allattamento al seno. L’allattamento al seno poi fa risparmiare la famiglia perché si evita l’acquisto di latte artificiale, biberon, tettarelle e di soluzioni sterilizzanti.
Quali i vantaggi dell’allattamento al seno per il bambino?
Una lunga lista di malattie risultano meno frequenti quando il bambino viene allattato al seno. Questa protezione supera anche il periodo dell’allattamento, mostrando effetti positivi di lunga durata. In altre parole l’allattamento al seno porta con se un bonus di salute non solo nei riguardi delle malattie infettive (respiratorie e diarrea innanzitutto), ma anche di condizioni come le allergie, l’obesità, l’armonico sviluppo neuro-intellettivo e del sistema immunitario. I bambini allattati al seno, infatti, richiedono minori cure mediche e vengono meno ospedalizzati.
Miti da sfatare
Un complesso di regole destinate alla donna che allatta si è sviluppato nel corso dei secoli ed è giunto fino ai nostri giorni. Se questo insieme di regole poteva trovare, in tempi passati, fondamento nelle condizioni igieniche e di vita della donna, attualmente non ha nessun significato. Vediamole di seguito.
...tanto per sfatare alcuni miti, non serve quindi che:
- La donna rinunci all’uso del latte dei primi giorni (il colostro), che è preziosissimo per la ricchezza di anticorpi ed è più che adeguato alle necessità nutritive del neonato.
- La donna s’imponga una certa dieta. Basta che segua a tavola il suo appetito. Nessun alimento particolare è proibito, ma vale la raccomandazione generale di essere moderate nelle quantità e di variare i cibi. Qualora la madre individui un rapporto fra il consumo di certi cibi e determinati disturbi del bambino, potrà allora decidere di eliminare uno o più cibi dalla sua dieta. Siccome le diete vegetariane strette portano una carenza della vitamina B 12, questa andrà assunta dalla madre vegetariana con integratori alimentari specifici.
- La mamma s’imponga di bere un certo volume di liquidi (magari come tisane) con l’obiettivo di fare più latte, perché la sua produzione non dipende da quanto si beve, ma dalla stimolazione del seno materno da parte del bambino.
- La mamma si astenga da attività sportive, perché è ormai ben noto che queste, se moderate, aumentano la produzione di latte, senza modificarne la composizione e la crescita del bambino.
- La donna segua rituali igienici di pulizia del seno e del capezzolo prima e dopo della poppata, perché basta la pulizia quotidiana del corpo, l’allattamento al seno, infatti, protegge il bambino dall’esposizione eventuale a germi patogeni.
- La mamma sospenda l’allattamento per una febbre, un’influenza, un’infezione; in questi casi non esiste controindicazione ad allattare, perché il latte materno non rappresenta la via di contagio. Se il bambino dovesse ammalarsi dello stesso disturbo, il latte materno può aiutare il piccolo a guarire.
Come prevenire e come superare i problemi più comuni?
Gran parte dei problemi che insorgono durante l’allattamento al seno, quali le ragadi, l’ingorgo, la mastite e la scarsa produzione di latte sono in realtà prevenibili con un corretto attacco al seno materno del bambino e dalla sua libertà di succhiare a richiesta.
E’ importante che l’allattamento al seno sia esclusivo?
Per esclusivo s’intende l’allattamento al seno senza aggiunte di altri liquidi (latte artificiale, tisane, camomilla) o alimenti semi- solidi e solidi (frutta, pappette e minestrine). Evitando aggiunte non necessarie, ci sono meno interferenze fuorvianti ed è più probabile che l’allattamento continui nel tempo. Esiste poi un rapporto fra durata ed esclusività dell’allattamento al seno e vantaggio per la salute di mamma e bambino. In altre parole, se l’allattamento è esclusivo e duraturo, il beneficio di salute aumenta, per esempio riducendo in maniera proporzionale il rischio di tumore al seno nella mamma e di obesità nel bambino. Se il bambino cresce regolarmente ed è soddisfatto, l’alimentazione può continuare ad essere esclusivamente al seno per tutti i primi 6 mesi. Il latte materno ha la composizione adeguata per rispondere alle esigenze nutrizionali del bambino per tutti i primi 6 mesi vita. In questo caso infatti dare al bambino alimenti diversi dal latte materno non reca vantaggio. Bisogna, comunque, controllare periodicamente la crescita del bambino, che risulta in media pari a 150-200 grammi alla settimana. Non vale la pena sottoporre il bambino a quella che si chiama la doppia pesata (confronto del peso del bambino prima e dopo la poppata), perché quello che interessa è il risultato complessivo (la crescita del bambino) e non la quantità di latte materno presa per ogni singola poppata.
L’allattamento artificiale - Quando?
Una madre può scegliere di non allattare al seno per propria attitudine o per reale scarsa produzione di latte o per l’esistenza di una controindicazione ad allattare al seno. In questi casi si ricorrerà al latte artificiale: formule dei primi mesi e, dopo il 6° mese di vita, formule di proseguimento. Si tratta comunque di derivati dal latte di mucca trasformati, adattati, integrati per renderli quanto più simili possibile al latte materno. Va invece evitato il latte di latteria poiché la sua composizione è inadeguata ai bisogni nutrizionali di un bambino nel primo anno di vita e inoltre può causare carenze di ferro nel lattante. Nelle formule non bisogna mai aggiungere altri alimenti, come farine e biscotti, né acqua nelle formule liquide.
Come preparare il latte artificiale?
Il latte artificiale può essere liquido (pronto per l’uso, ma più costoso) o in polvere; in questo secondo caso, si prepara diluendo ogni 30 ml d’acqua (oligominerale o acqua di rubinetto bollita per 20 minuti) 1 misurino raso di polvere. Si metterà prima l’acqua (multipli di 30) e poi si aggiungeranno in proporzione i misurini di latte in polvere. Biberon e tettarelle devono essere mantenuti ben puliti e vanno quotidianamente sterilizzati, solitamente con liquidi speciali o mediante bollitura. Anche l’alimentazione con biberon deve prevedere una certa elasticità per quantità e numero di pasti. Le quantità di latte artificiale da dare al bambino, indicate sulle confezioni, sono, infatti, solo orientative. Esistono altri tipi di latte artificiale in commercio (latte di soja, di riso, ipoallergici, ecc...). Il ricorso a questi tipi latte speciale deve prevedere la consultazione con il pediatra.
Articolo scritto da Centro Primomodo di Bergamo (Puoi consultare maggiori informazioni sul centro al seguente link https://www.primomodo.com/)
Primomodo, inaugurato il 15 settembre 2009 a Bergamo, è un centro polifunzionale dedicato alla famiglia ed alla prima infanzia, uno spazio educativo e sociale per genitori e figli, secondo un attento piano di promozione del benessere della famiglia e del bambino in età evolutiva. Il progetto si articola in corsi, attività e servizi di seguito elencati: per la gravidanza, per i bebè 0-3 mesi, per i bambini in età prescolare 3-6 anni, per bambini e ragazzi 0-14 anni, per i genitori.
Location: La struttura, di circa 550 mq, attrezzata per accogliere esigenze dei più piccoli e dei loro genitori, è dotata di un ampio atrio con ludoteca specializzata e angolo ristorazione con seggioloni, bagni con pluriservizi, fasciatoio e zona allattamento, Family Beauty, Studio professionale per consulenze, tre sale multifunzionali per i corsi e le attività, una sala da ginnastica/psicomotricità/attività motoria ed un'area gioco verde estiva. Le sale multifunzionali per corsi e attività sono di proposito prive di poster o immagini alle pareti, armadi e oggettistica. Questo fa parte della metodologia Primomodo: incontro per incontro, l’ambiente è ricreato ad hoc mediante materiali e strumenti portati nelle aule, sulla base di attività e obiettivi.